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IL BORGO DI OTTATI

Patrimonio artistico culturale

LE ORIGINI. Non si conoscono con precisione le origini di Ottati tuttavia, fonti attendibili, dicono che esso esistesse già nel 1195. A tal proposito sono molti i teorici che ipotizzano che le prime abitazioni del centro siano sorte intorno all'anno 1000 -a riprova di ciò su un portale di pietra si rileva un A.D. 1173-. Esse presumibilmente furono costruite da coloni greci che avevano abbandonato l'antico paese di Civita, i cui resti, risalenti al VIII sec., ancora si notano sui monti Alburni. Probabilmente, molti pastori e mandriani, essendo il posto ricco di pascoli, costruirono qui alcune abitazioni che, con l'andare del tempo, crebbero di numero. Da qui il nome di Ottati, dal latino “optatus”, cioè i pastori optarono per un luogo adatto, idoneo alla pastorizia. Questa pare l'etimologia esatta. Tuttavia, in passato qualcuno affermava che l'abitato prese il nome di Ottati da S. Ottato, vescovo di Milesi, molto venerato un tempo in paese; qualche altro lo fa derivare da un eremita di nome appunto Ottato, il quale, per lungo tempo, pare abbia avuto per sua dimora la Grotta della rupe di S. Janni, attorno alla quale sorsero, verso l'anno 1000, le prime case. Indipendentemente da tale presupposto storico, con maggiore certezza si fanno risalire le origini medievali del paese intorno al XIII secolo.

LE VICENDE STORICHE Le vicende storiche di Ottati si intrecciano con la stessa vita religiosa e, in particolare, sono legate ai conventi costruiti da due ordini monastici che vissero per lungo tempo nel borgo, quello dei Domenicani (1484) e quello dei Cappuccini (1602). Tuttavia, essi furono soppressi nel 1807 e, recentemente, il Convento dei Domenicani è stato sottoposto ad un importante intervento di ristrutturazione ad opera del Comune. Tutte le chiese di Ottati, come tante altre, subirono le conseguenze della politica napoleonica avida di beni e avversa agli ordini religiosi considerati per la loro compattezza una forza disgregatrice dello Stato. Si spiega così la chiusura dei conventi che furono trasformati in carceri, scuole e ospedali. Aboliti gli ordini monastici, venne meno la ricchezza religiosa e con essa, gradualmente, il benessere economico del borgo.


IL LEGAME CON LA NOBILE FAMIGLIA SANSEVERINO (1246-1528). Per comprendere il legame tra Ottati e la nobile famiglia Sanseverino bisogna risalire all’antica baronia di Fasanella a cui, a partire dal 1100 e fino al 1420 (quando la Contea di Fasanella venne distrutta dalle pesti del 1412 e del 1420), facevano capo i feudi di Fasanella, Santangelo, Bellosguardo, e i casali di Ottati, Ottatello, Civita e Contursi. Capostipite della baronia fu Pandolfo di Fasanella, conte di Capaccio e Corneto. Dall'inventario della curia di Fasanella del 1412 risulta che Ottati e Ottatello erano feudi concessi da Predicasso Barile, conte di Monteodorisio e signore di Fasanella, a Nicola di Sopomo. Ma anche Nicola di Polla possedeva beni feudali a Ottati, mentre Giovanni di Ottati vi possedeva vassalli. Predicasso Barile, nel 1246, vendette la sua baronia a Tommaso di Sanseverino, con assenso della regina Giovanna II.


IL PASSAGGIO DELLA BARONIA DAI SANSEVERINO AI CARACCIOLO. La baronia di Fasanella fu tenuta dai Sanseverino fino al 1528 quando il duca di Martina, Gian Battista Caracciolo, l’acquistò dal principe di Bisignano, Pietrantonio di Sanseverino. La baronia della famiglia Caracciolo durò fino al 1565.


LA BARONIA DEI CAPECE GALEOTA E DI LUIGI SANSEVERINO, RPINCIPE DI BISIGNANO. Dal 1598 manca ogni notizia della baronia di Fasanella. Il Giustiniani assicura che da quell’anno è solo notizia di Santangelo a Fasanella per la vendita della duchessa di Nardò a Lucrezia della Marra di Santangelo a Fasanella e Ottati con il casale di Ottatello per 22.000 ducati. Nel 1662 i creditori chiesero l’amministrazione giudiziaria della baronia, poi venduta all’asta. L'acquistò Giacomo Capece Galeota, Reggente del Collaterale che il 21 ottobre del 1664 vi ottenne il titolo di duca, il cui figlio Francesco sposò Eleonora Carafa, figlia del principe Luigi di Castel S. Lorenzo, da cui nacque, tra gli altri, Giacomo che ereditò i feudi. Gli successe Giacomo che ebbe solo due femmine (Cornelia e Antonia). Cornelia sposò Fabrizio Spinelli, conte di Bovalino, duca della Castelluccia e di Altavilla, il quale divenne così, maritale nomine, duca di Santangelo, Ottati, Bellosguardo, Civita e Corneto. Dopo tre anni Cornelia, senza prole, rimasta vedova sposò Luigi Sanseverino, principe di Bisignano, il quale, maritale nomine, divenne duca di Santangelo e degli altri feudi.


IL PASSSAGGIO ALLA NOBILE FAMIGLIA MARICONDA. Dal 1738 al 1846 Ottati costituiva un sol feudo con Bellosguardo e, fino al 1850, ecclesiasticamente, era dipendenza dal Vescovo di Capaccio; in seguito è passato alla diocesi di Diano. Comprato nel 1774 il feudo passa alla famiglia Mariconda le cui origini si perdono nella notte dei tempi e non sono certe, per alcuni storici discendono dalla Normandia, per taluni dai Longobardi e per altri dai Greci. Godette di nobiltà a Napoli ove fu aggregata al Patriziato napoletano del Sedile di Capuana e, dopo l'abolizione dei sedili (1800), fu ascritta al Libro d'Oro Napoletano. Si diramò a Gragnano e a Salerno ove fu ascritta al Seggio di Campo. La potente famiglia dei Caraguso-Maricenda si estinse con Nicola Mariconda nel 1846.


IL PATRIMONIO ARTISTICO. Ad Ottati sono presenti due conventi: Il Convento dei Domenicani edificato alla fine del 1400; il Convento dei Cappuccini realizzato nel 1601. Numerose e antiche sono le chiese e le cappelle presenti sul territorio di Ottati. Tuttavia, oggi solo cinque di esse sono addette al culto tra le quali le più importanti sono: la Chiesa di San Biagio, costruita tra il 1180 ed il 1230; la Chiesa della S.S. Annunziata, consacrata nel 1496; la Cappella Santuario della Madonna del Cardoneto, ingrandita nella metà del 1700. Altre cappelle sono nel tempo andate distrutte non lasciando tracce della loro presenza. Tra gli altri degni di visita sono la Biblioteca comunale Bamonte, il Monumento ai caduti e il Monumento Millennium, il Sito Archeologico di Colle Civita, il Vecchio mulino, il Ponte in pietra, il Monte Panormo.


LA MOSTRA PERMANENTE DI PITTURA ALL'APERTO. Il centro abitato di Ottati ospita 80 murales che sono stati realizzati sulle facciate delle abitazioni da artisti contemporanei provenienti da varie regioni italiane.

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